Favorisce la regolare funzione dell’apparato cardiovascolare e risulta utile per il metabolismo sia dei trigliceridi che del colesterolo, supportando inoltre la regolarità della pressione sanguigna.
Si consiglia l’assunzione di 2 cucchiai al giorno diluiti in acqua
L'Amamelide viene utilizzata, sia internamente sia per via topica, nelle manifestazioni soggettive dell’insufficienza venosa per la sua azione tonica-astringente, vasoregolatrice e vitaminoP-simile.
La pianta manifesta inoltre un’azione trofica a livello cutaneo, in quanto stimola la microcircolazione [3].
I frutti e le radici dell’Angelica sono ricchi di olio essenziale, furanocumarine e polifenoli ad attività spasmolitica e procinetica.
In passato era ritenuta pianta utile nelle depressioni e nell’anoressia, ma l’Angelica non esercita alcuna attività sul sistema nervoso [1].
Del Biancospino si utilizzano le sommità fiorite (foglie e fiori), i cui costituenti chimici sono rappresentati da: polifenoli (flavonoidi quali quercetina, vitexina e iperoside; proantocianidine), amine biogene e triterpeni (ac. crategolico).
Gli effetti farmacologici del biancospino degni di nota sono: riduzione dello spasmo delle coronarie con aumento del flusso, aumenta la forza di contrattilità del miocardio, aumento dell’irrorazione sanguigna a livello delle coronarie e del miocardio, riduzione delle resistenze vascolari periferiche e modesta azione sedativa centrale.
Responsabili dell’effetto sedativo del SNC sarebbero le proantocianidine [1].
I numerosi polifenoli, gli acidi organici (amari) e le fibre (inulina) sono i principali costituenti chimici presenti nelle foglie della Cicoria, un ortaggio i cui estratti vengono anche utilizzati a scopo preventivo e curativo.
Le più importanti indicazioni degli estratti di Cicoria sono infatti rappresentati dalle dispepsie biliari e dalla stitichezza cronica [1].
Le coccole (bacche o frutti) del Cipresso sono impiegate nella medicina tradizionale europea per ottenere due tipi di estratti con proprietà farmacologiche importanti e diversificate:
Il Fieno greco è una piccola pianta erbacea, simile al cece, che cresce coltivata nel bacino del Mediterraneo e nei Paesi orientali. Parti utilizzate: semi, ricchi di saponine steroide (tra le quali la diosgenina), alcaloidi, flavonoidi, steroli, fibre, vitamine e minerali, galattomannani, proteine.
La pianta era utilizzata nella medicina popolare per combattere parassiti intestinali o, piuttosto, come epatoprotettore o galattogogo, cioè favorente la lattazione.
Il Fieno greco è da sempre conosciuto e apprezzato come “ricostituente”, antianemico, anabolizzante e antiulcera, ipolipemizzante e ipoglicemizzante. È possibile ipotizzare un impiego di estratti di Fieno greco anche nella terapia di ipercolesterolemia nei soggetti diabetici.
L’attività tonico-stimolante è invece sfruttata nella prevenzione e cura delle magrezza, degli adulti dei bambini [1].
La parte utilizzata a scopo medicinale sono le foglie, i cui costituenti chimici sono rappresentati da glucosidi flavonoidici e di derivati terpenici, cui sono attribuite le proprietà microvascolari e nootrope: flavonoidi (kaempferolo, quercetina, isoramnetina, acido cumarico, catechine, proantocianidine ecc.), ginkgolidi (A,B,C,M,J) e bilobalide.
Il meccanismo d’azione complesso presenta:
Le attuali indicazioni cliniche sono: deterioramento mentale; prevenzione e cura dell’aterosclerosi e sue manifestazioni: arteriopatie obliteranti arti inferiori, cerebro-vasculopatie, cardiopatia ischemica, malattia di Raynaud, vasculiti, insufficienza vertebro-basilare, acufeni e sindromi vertiginose in genere, microangiopatia diabetica, ipertensione arteriosa e retinopatie. Indicata anche nella prevenzione dei annida fumo e delle trombosi venose [1].
Il Luppolo cresce spontaneamente anche nel nostro Paese, ed è noto, in particolare, perché utilizzato nella produzione della birra; sono numerosi anche gli impieghi in erboristeria. La pianta del Luppolo è un rampicante che può raggiungere fino a 6 metri di altezza; della pianta si utilizzano i coni, cioè le infiorescenze femminili, oppure il cosiddetto luppolino, cioè la polvere ottenuta dal setacciamento dei coni, costituita da peli ghiandolari, carichi di sostanze resinose amare.
Oggi si utilizza come sedativo e, come tale, il Luppolo entra anche nella composizione di alcune miscele per tisane previste dallo stesso Formulario Galenico Nazionale. Oggi sappiamo che contiene tannini, flavonoidi, una piccola quantità di olio essenziale ricco in terpeni e da sostanze resinose e amare quali il lumulone e il lupulone [1].
Nella nostra medicina popolare è molto spesso utilizzato l’infuso di foglie di Olivo a scopo ipotensivo e la moderna ricerca sta confermando questa attività farmacologica. Il macerato glicerico di foglie di Olivo ha dimostrato sperimentalmente una buona attività ipotensiva. Il meccanismo d’azione sembra di tipo vasodilatatore per effetto calcico-antagonista. Comunque, i migliori risultati sono stati sempre ottenuti con l’impiego dell’estratto totale della pianta, dove si trovano anche flavonoidi (rutina, esperidina), ottenuto dalle foglie fresche [2].
Sperimentalmente alcuni componenti delle foglie fresche di Olivo si sono dimostrati capaci di ridurre il colesterolo, la glicemia e la pressione arteriosa per un effetto diuretico e vasodilatatore [1].
La Passiflora è una pianta erbacea rampicante, abitualmente diffusa come ornamentale, ma da sempre conosciuta come medicinale e utilizzata tradizionalmente come sedativo del SNC e ansiolitico. Le sue azioni farmacologiche sono dovute soprattutto ai flavonoidi contenuti nelle parti aeree della pianta. Sono state studiate anche le azioni dei vari componenti della pianta (alcaloidi, flavonoidi, maltolo), ma la conclusione è che la migliore attività sedativa si ottiene con l’uso di estratti totali e non con i principi attivi isolati [1] [2].
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